Con Napoli
Milionaria il 7 Ottobre 2003 si è
aperta felicemente al Teatro
Quirino di Roma la
stagione teatrale 2003/ 2004 che presenta
un cartellone ricco di sorprese e di tutto vanto
per i grandi ritorni di attori e personaggi,
di autori e protagonisti che hanno reso celebre il teatro
italiano e che avremo il piacere di vedere in scena
nei prossimi mesi. Verranno rappresentati 11 spettacoli
in abbonamento e un omaggio a Giorgio
Strehler. La celebre commedia di Edoardo
De Filippo,composta di getto nel 1945, fotografia
in diretta di quello che fu il disfacimento morale e
la disgregazione sociale di un popolo oppresso dagli
orrori della guerra, è stata riproposta in prima
nazionale nella Capitale dalla
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo
e dal Mercadante Teatro Stabile
di Napoli con il sostegno del Comune
di Napoli e della
Regione Campana dopo un'anteprima al Teatro
S. Carlo di Napoli che ha voluto rendere
un omaggio a "quel teatro che accadeva" segnando
la drammaturgia italiana del dopoguerra. La nuova versione
dell'opera si avvale della regia di Francesco
Rosi, ritornato al teatro dopo quarant'anni
d'assenza, di una scena ideata da Enrico
Job, avvolta dalle macerie di un lungomare
devastato e sventrato dai bombardamenti. Ad interpretare
i vari personaggi protagonisti e vittime del dramma
di una popolosa città sono Luca
De Filippo nel ruolo di Gennaro Jovine,
tranviere disoccupato, Mariangela
D'Abbraccio in quello di sua moglie Amalia
,
Giuseppe Russo
e Chiara Baffi in
quello dei figli Amedeo e Maria Rosaria,
Gigi Savoia in
quello del contrabbandiere Settebellizze, Tullio
Del Matto nei panni del brigadiere Ciappa,
Isabella Salvato in
quelli della vicina. Gli altri attori: Marco
Manchisi (Peppe "o cricco",
tassista disoccupato); Massimo
De Matteo (Riccardo Spasiano, ragioniere);
Luca Saccoia (Federico,
operaio del gas, compagno di Amedeo); Ivan
De Paola (Pascalino "o pittore");
Giuseppe Rispoli
("o miezo prèvete", uomo di
fatica); Anna Moriello
(Assunta, sua nipote); Stefania
Guida (Donna Peppenella, "cliente
di Amalia");
Laura Amalfi
(Teresa, amica di Maria Rosaria);
Mario Salomone (il
dottore). Tre ore e mezzo di buon spettacolo in cui
ogni interprete ha dato il meglio del proprio talento
artistico riscuotendo un successo. Un accenno alla trama:
nel primo atto l'azione si svolge al tempo del secondo
anno di guerra, nei due successivi all'epoca dello sbarco
alleato. Il sipario si alza su uno dei tanti bassi di
una Napoli stremata dalla fame e distrutta dai bombardamenti.
Vi abitano l'onesto e saggio Gennaro Jovine, la giovane
ed avvenente moglie Amalia ed i figli Amedeo e Maria
Rosaria, l'uno ladro, l'altra ragazza-madre sulla via
della prostituzione. Gennaro, sempre poco ascoltato
in famiglia perché ritenuto debole e inetto,
assiste con amara ma impotente disapprovazione, ai traffici
di borsa nera che l'intraprendente moglie ha iniziato
nella convinzione che il contrabbando sia l'unica possibilità
di sopravvivenza. Lo svilupparsi della vicenda mette
in evidenza due
contrapposte
scelte di vita ritenute valide per mantenere il diritto
ad esistere: quella "vergognosa"
che cerca di trarre vantaggi speculando anche sulle
più profonde miserie altrui, quella invece che
fa propri i valori dell'amore, della famiglia, l'onestà,
la solidarietà, il rispetto della legge. Gennaro,
dopo un lungo periodo di prigionia nei campi di concentramento,
ritrova la sua famiglia ricca, ma moralmente priva di
scru poli e devastata dalla corruzione. Smarrito e confuso
dall'inquietante realtà che lo circonda, comprende
che per una vera rinascita delle coscienze, è
necessario aspettare la guarigione dal "grande
trauma", simbolicamente rappresentata
da guarigione della figlia piccola ammalata gravemente
e finalmente salvata da una medicina cercata invano
in cambio di qualunque prezzo e poi invece data dalla
persona che aveva subito le più gravi umiliazioni
da parte dell'avida Amalia. Una grande commedia, eloquente
pagina di storia e maestra di vita.
MARIA ROSARIA SANGIUOLO
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