Dopo il successo di Marie Victoire di Ottorino
Respighi, l' opera di cui nel nostro precedente
numero avevamo già dato notizia (http://www.vtservice.it/comunicati/comunicatizvgzzl.htm),
dal 12 al 18 febbraio è andata in scena,
al Teatro dell'Opera di Roma, la seconda opera
prevista nel cartellone di quest'anno:
I Capuleti e i Montecchi, quinta
opera di Vincenzo
Bellini, composta in un mese e
mezzo con l'utilizzo parte della musica della
Zaira.
La sua prima rappresentazione avvenne l' 11 marzo
1830 al Gran Teatro La Fenice di Venezia.
E' una tragedia lirica in due atti su libretto
di Felice Romani. Dopo il successo ottenuto con
Il Pirata,
Bellini fu contattato da Felice Lanari, impresario
de La Fenice, che voleva assicurarsi la sua collaborazione
per la stesura della nuova opera della stagione.
Il soggetto venne suggerito da Giuditta
Grisi, mezzosoprano scritturato
dalla Fenice, memore del successo ottenuto dai
precedenti Giulietta e Romeo di Nicola
Antonio Zingarelli e Nicola
Vaccaj. Il successo dell’opera
fu clamoroso, con applausi quasi dopo ogni pezzo:
Bellini stesso dovette presentarsi più
volte a scena aperta. I
Capuleti e i Montecchi ebbe presto
diffusione europea, anche se in molti teatri la
scena finale tra Giulietta e Romeo venne sostituita
da quella corrispondente dell’opera di Vaccaj.
Questa abitudine era stata presa dalla Malibran
che con la scena di Vaccaj aveva riscosso un grand
e
successo. Il libretto de I Capuleti e i Montecchi
è differente dal testo shakespeariano,
dal momento che all’epoca della stesura dell’opera
il poeta inglese era conosciuto da alcuni letterati,
ma non certo diffuso nella cultura italiana. Nello
scrivere la sua tragedia, Shakespeare
si è ispirato al poeta inglese Arthur
Brooke, mentre le fonti di Felice
Romani appartengono alla tradizione
italiana e agli autori che hanno scritto della
morte apparente, da Masuccio
Salernitano a Bandello
a Da Porto.
Tra i due testi ci sono perciò differenze
non solo dal punto di vista
linguistico,
ma anche da quello della trama. Ad esempio, nell’opera
mancano la scena del ballo e quella del balcone;
i due amanti si sono conosciuti in un’occasione
imprecisata. All’aprirsi del sipario è
già avvenuta l’uccisione del fratello di
Giulietta
e Romeo
è stato
allontanato da Verona. La regia di Roberto
Laganà Manoli è
incentrata sulla concezione romantica tipicamente
borghese della famiglia e del senso dell’onore
che spingono Giulietta a rifiutare di fuggire
con Romeo. Questo, dice il regista Roberto
Laganà Manoli, mi ha consentito
di allestire una scena-prigione mutevole che si
trasforma con il divenire degli eventi musicali
e drammatici ora in verone, ora in camera di Giulietta,
ora in sepolcro. Tutti gli elementi vitali, il
cielo, la luce, l’aria, la “vita”, sono altrove,
in scena compaiono solo barlumi riflessi che sottolineano
le passioni scatenate da fatti avvenuti “altrove”.L’impegno
a costruire un discorso drammatico teso e continuo
è primario ne I Capuleti e Montecchi precorre
direttamente quello della Norma.
La rivoluzione drammatica di Bellini parte da
belcanto, dalla purezza settecentesca dell’emissione
priva di violenza e da intuizioni principalmente
liriche. Ad alternarsi nel ruolo di Giulietta
Adriana
Marfisi e Eteri
Lamoris (13, 15, 18/2); Sonia
Ganassi
e Manuela
Custer (13, 15, 18/2) Romeo;
Francesco Piccoli
e Alessandro Liberatore
(13, 15/2) Tebaldo;
Frano Lufi
Lorenzo;
Franco De Grandis
Capellio.
Direttore d’Orchestra Nello
Santi; regia, scene e costumi,
Roberto Laganà
Manoli; Maestro del Coro Andrea
Giorgi;
NOTIZIE UTILI
Il Maestro Concertatore e Direttore d'Orchestra
Nello Santi,
nato ad Adria (Ro), ha studiato a Padova diplomandosi
in composizione con il maestro Coltro. Ha debuttato
come direttore d’orchestra con “Rigoletto” nel
1951 al Teatro Verdi di Padova. La sua carriera
lo ha condotto nei teatri più famosi del
mondo: alla Scala di Milano, al Covent Garden
di Londra, L’Opéra di Parigi, al Metropolitan
di New York, alle Opere di Stato di Vienna, Monaco
ed Amburgo, alla Fenice e all’Arena di Verona.
Oltre alla Oslo Philharmonic Orchestra, dirige
annualmente le due più conosciute orchestre
giapponesi. Il Maestro è insignito dell’Ordine
di Cavaliere della Repubblica Italiana.
Sonia Ganassi,
Romeo (Ms) nata a Reggio Emilia, studia canto
con Alain Billard. Vicitrice nel 1990 del premio
“A.Belli” di Spoleto, debutta due anni dopo all’Opera
di Roma come Rosina ne “Il Barbiere di Siviglia”.
E’ una delle maggiori interpreti di molti ruoli
mezzosopranili del belcanto italiano: Rosina ne
Il Barbiere di Siviglia, Angelina in Cenerentola,
Isabella in L’Italiana in Algeri, Leonora ne La
Favorita, Dorabella in Così fan tutte,
Cherubino ne Le Nozze di Figaro. E’ invitata nei
teatri più prestigiosi del mondo e collabora
con direttori quali Claudio Abbado, Riccardo Chailly,
Riccardo Muti e Gianluigi Gelmetti. Adriana
Marfisi (Giulietta), diplomata
in violino ha studiato canto sotto la guida di
Margherita Rinaldi e del Maestro Valentino Barcellesi
a Firenze. Ha cantato con Giorgi; direttore del
Corpo di ballo Carla Fracci; movimenti coreografici
Silvana Lo Giudice. Orchestra, Coro e Corpo di
ballo del Teatro dell’Opera di Roma, allestimento
del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania.
Da segnalare due importanti rappresentazioni de
I Capuleti e I Montecchi al Teatro dell’Opera:
quella del 1967 diretta da Claudio Abbado con
la regia di Mario Missiroli, interpretata da Margherita
Rinaldi, Giacomo Argall, e Luciano Pavarotti,
e quella del 1978, sempre con la regia di Missiroli
e con la direzione di Argeo Quadri, interpretata
da Maria Chiara, Maria Luisa Nave e Beniamino
Prior.
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