18/03/2018

Roma Venerdì 2 marzo 2018

Galleria Nazionale D'Arte Moderna e Contemporanea

UTET presenta

"CANOVA il segno della della bellezza"

di Giuseppe Pavanello

 

Video in preparazione e visibile martedì 2 marzo

Nel 2018 si celebra, per la prima volta, l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, indetto dal Consiglio Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea in accordo con il Parlamento Europeo.
Lo scopo di quest’iniziativa è quello di sensibilizzare gli Europei, attraverso iniziative ed eventi, all’importanza della cultura, della storia e dei valori europei e rafforzare il senso comune d’identità. Inoltre si vogliono enfatizzare le opportunità economiche e di sviluppo e le problematiche della conservazione e della tutela del patrimonio culturale europeo.


L’Italia riveste un ruolo centrale in questa iniziativa sia per evidenti ragioni storiche e culturali, sia per il fatto che l’inaugurazione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale si è tenuta in occasione del Forum Europeo della Cultura che si è svolto per la prima volta a Milano. Di fronte al Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, alla Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo, Petra Kammerevert, ai rappresentanti delle nazioni europee e a oltre 800 operatori culturali provenienti da tutta Europa, Tibor Navracsics, Commissario per l’Istruzione e la cultura, ha dichiarato: “Il patrimonio culturale è al centro del modello di vita europeo. Definisce chi siamo e crea un senso di appartenenza. Quest’anno di celebrazioni sarà un’eccellente occasione per incoraggiare le persone, in particolare i giovani, a esplorare la ricca diversità culturale europea e a riflettere sul ruolo che il patrimonio culturale riveste nelle nostre vite. Il patrimonio culturale ci consente di comprendere il passato e di costruire il futuro”.


Nell’occasione il Gruppo Cose Belle d’Italia, in consonanza con il proprio manifesto e la propria missione di valorizzare “l’infinita bellezza generata da trenta secoli di storia” nel nostro paese, vuole celebrare l’Anno Europeo del Patrimonio Culturale attraverso iniziative che coinvolgeranno le proprie società nel 2018.


In particolare UTET Grandi Opere, società del Gruppo Cose Belle d’Italia, ha realizzato una grande iniziativa culturale, artistica ed editoriale dedicata ad uno dei massimi artisti italiani che l’Europa abbia mai conosciuto, ammirato, celebrato: Antonio Canova. Canova: l’ultimo degli antichi e il primo dei moderni Canova ha avuto il coraggio di non copiare i greci e di inventare una bellezza, così come avevano fatto i greci”

 


Antonio Canova (Possagno 1° novembre 1757, Venezia 13 ottobre 1822) è stato il massimo esponente del periodo Neoclassico e il primo artista italiano ad aver raggiunto, ancora in vita, una fama planetaria. Maestro assoluto della scultura mondiale, accanto a Michelangelo e Bernini, è stato onorato dai contemporanei con la definizione di “moderno Fidia”.


Amato da Ugo Foscolo, Vittorio Alfieri, Giacomo Leopardi, Stendhal, Goethe, John Keats, Lord Byron, Jacques-Louis David, Francesco Hayez, Gustave Flaubert e tanti altri, Canova si affermò prima a Venezia e poi a Roma, dove a soli 25 anni venne incaricato delle due più prestigiose committenze dell’epoca: la realizzazione del monumento di Clemente XIV in Santi Apostoli e poi di Clemente XIII nella Basilica di San Pietro. Da allora Canova è agli occhi del mondo lo scultore senza altre specificazioni.  Lo è per il Papa di Roma come per Bonaparte. Lo è per i marescialli e le donne dell’imperatore come per i milords inglesi e per i granduchi russi, per l’autocrazia degli zar come per la democrazia d’America.


Nei tempi drammatici che videro la fine dell’Antico Regime, la Rivoluzione francese, l’Impero napoleonico, la Restaurazione accompagnare il culmine dell’Illuminismo e la nascita del Romanticismo, Antonio Canova dà forma a una nuova arte che, guardando all’antico, si rinnova in bilico tra “ideale” e “reale”, creando statue che saranno per i suoi contemporanei archetipi di bellezza e di grazia sublime, ma accarezzate dai sentimenti e riscaldate da un misterioso soffio vitale che “trasforma  il marmo in carne”.


Canova ha definito quello che Stendhal chiamava il “beau idéal moderne”, erede non succube ma innovativo rispetto all’antico, in una continuità storica che, dalla Grecia a Roma e dal Rinascimento alla modernità, ha fatto dell’Italia la culla stessa del bello e di Canova il suo ultimo e più famoso nume di statura europea ed internazionale.


Ed in occasione dell’Anno Europeo del patrimonio culturale vogliamo anche ricordare la sua meno nota, ma fondamentale attività di “difensore” dell’arte italiana e “fondatore” dei principi della tutela dei beni culturali.Fu lui a recarsi a Parigi, dopo la sconfitta di Napoleone, per riportare in patria tra mille difficoltà centinaia di capolavori sottratti da Bonaparte, tra cui citiamo la Trasfigurazione di Raffaello, la Deposizione di Caravaggio, l’Apollo del Belvedere, il Laocoonte, i quattro Cavalli di San Marco a Venezia, tele del Tiziano, del Veronese e innumerevoli altre opere prese in tutta Italia per essere esposte nel nuovo Louvre ribattezzato Musée Napolèon.


Da questa esperienza Canova favorisce la nascita delle prime leggi per la tutela del patrimonio culturale. La promozione dei musei, il divieto di esportazione di opere ritenute di interesse nazionale e la creazione di un fondo per l’acquisto di tali opere sono principi ancora oggi alla base del nostro ordinamento e di quello dei paesi europei.Il progetto culturale dedicato ad Antonio Canova


In occasione dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale il Gruppo Cose Belle d’Italia e, in primo luogo, UTET Grandi Opere, hanno realizzato un progetto culturale articolato e complesso per celebrare la figura di Antonio Canova a 360°. Il progetto si compone prima di tutto di un volume di grandissimo pregio scientifico, artistico e artigianale dal titolo: Canova. Il segno della bellezza che è stato presentato il 2 marzo 2018 alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, “casa” di uno dei massimi capolavori dell’artista: il gruppo scultoreo dell’Ercole e Lica.


Al volume di pregio si sonono affiancate nel corso dell’anno altre iniziative tra cui una grande mostra che si terrà a Venezia, luogo prediletto in cui Canova si è formato e dove è morto, realizzata con un format multimediale inedito e innovativo alla cui realizzazione parteciperanno studiosi, artisti, innovatori e che ospiterà vari eventi dedicati al grande artista: Magister Canova.


L’opera editoriale Canova. Il segno della bellezza per la parte scientifica è stata realizzata dal massimo storico dell’arte canoviana: il professor Giuseppe Pavanello, e completata dalla fattiva collaborazione delle due istituzioni canoviane più significative: il Museo Canova di Possagno e il Museo e l’Archivio del Museo Civico di Bassano del Grappa.

Giuseppe Pavanello è professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli studi di Trieste.
È stato direttore dell’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini, è socio effettivo dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, fa parte del Comitato per l’Edizione Nazionale delle Opere di Antonio Canova, dell’Istituto di ricerca su Canova e il Neoclassicismo di Bassano del Grappa, del Consiglio scientifico della Fondazione Canova di Possagno, dove dirige il Centro Studi Canoviani e la relativa collana dei “Quaderni”. Ha pubblicato oltre mille volumi e saggi principalmente sull’arte veneta e in particolare su Canova e ha curato varie importanti mostre sui grandi artisti veneti e, in particolare su Canova la grande mostra del 1992 al Museo Correr a Venezia e la mostra Canova all’Ermitage di San Pietroburgo nel 2001.


Il professor  Giuseppe Pavanello ha realizzato un testo inedito nel quale ha decritto in maniera avvincente non solo l’inimitabile percorso umano e artistico di Canova attraverso i suoi capolavori in scultura, ma a questo ha affiancato la ricerca e lo studio delle sue maggiori opere attraverso i disegni, i bozzetti,  i monocromi,  i gessi, opere poco conosciute o addirittura inedite che ci faranno scoprire un artista totalmente inconsueto e spesso ancora più innovativo di quanto normalmente pensiamo. Innovativo anche nella maniera di lavorare, nell’organizzazione della sua bottega e nella realizzazione delle sue opere, nel quale scopriamo il segreto più grande di Canova, ossia come rendeva il marmo simile alla carne con l’utilizzo di colori, cere e di una sua invenzione, l’”acqua di rota”.


Mimmo Jodice
L’opera dedicata a Canova è, inoltre, una vera e propria opera d’arte fotografica. Il gruppo UTET Grandi Opere ha già realizzato in precedenza opere di grandissimo successo dedicate a far conoscere al meglio sia l’arte della fotografia, sia il nostro straordinario patrimonio culturale collaborando con i migliori e i più celebri fotografi italiani tra cui ricordiamo Aurelio Amendola, Pino Musi, Vincenzo Castella, Luca Campigotto e Gabriele Basilico.


In questo caso l’artista fotografo scelto è probabilmente il più importante fotografo italiano vivente ma è anche colui che, in un lavoro durato decine di anni, ha saputo creare immagini ed emozioni uniche dedicandosi proprio allo studio e alla fotografia delle opere di Canova in tutto il mondo: Mimmo Jodice.


Nato a Napoli il 29 marzo 1934, fin da giovanissimo manifesta una grande propensione per l’arte disegnando e scolpendo fino a quando, come ricorda lo stesso Jodice, non incontra “la magia della fotografia”. Negli anni sessanta inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Napoli e, nel 1968, inizia la collaborazione con uno dei più importanti galleristi napoletani, Lucio Amelio, avendo così l’occasione di confrontarsi con artisti come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Joseph Beuys, Jannis Kounellis e tanti altri. Sono anni vitali in cui Mimmo Jodice crea una fotografia sperimentale e di denuncia sociale, un filone al quale si affiancherà negli anni l’altro grande campo d’interesse e di ricerca: quello sulle impronte del passato nel presente e sulle radici della cultura e dell’arte mediterranea, nel quale collaborerà con i più importanti studiosi d’arte italiani come Giulio Carlo Argan, Giulio Briganti, Fausto Zevi e dal quale nasceranno le ricerche sulla statuaria classica e su grandi scultori come Canova.


Da quegli anni fino ad oggi Mimmo Jodice è stato esposto in tutto il mondo, da New York a Pechino, da Mosca a San Paolo, da Parigi a Barcellona, da Berlino a Boston e sue opere sono nelle collezioni permanenti dei più grandi musei tra cui citiamo solo alcuni come il Museo della Fotografia di Mosca, la Biblioteca Nazionale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, la Libreria del Congresso di Washington e il Museo d’arte Moderna di San Francisco. Su di lui hanno scritto e pubblicato tutti i principali critici e storici dell’arte e della fotografia italiani ed internazionali, da Achille Bonito Oliva ad Arturo Carlo Quintavalle, da Germano Celant a Stefano Boeri, da Gabriel Bauret a George Hersey.


Mimmo Jodice è stato inoltre il primo docente di fotografia in Italia, all’Accademia di Belle Arti di Napoli, il primo fotografo ad essere stato premiato con il prestigioso premio “Antonio Feltrinelli” dall’Accademia dei Lincei e, tra le numerosissime onorificenze a lui tributate, ricordiamo la laura Honoris Causa in Architettura dell’Università Federico II di Napoli nel 2006 e la nomina a Cavaliere dell’Ordine dell’Arte e delle Lettere concessagli dalla Repubblica Francese nel 2011.


L’opera contiene al suo interno 75 immagini di opere di Canova scelte dallo stesso Jodice dal suo archivio e alle quali ha aggiunto le fotografie inedite realizzate in esclusiva per questo volume della scultura di Canova dedicata alla sorella di Napoleone, Paolina Bonaparte rappresentata come “Venere vincitrice”, custodita alla Galleria Borghese di Roma.
In più ha aggiunto una sua opera stampata su carta fotografica e firmata in originale, ritraente la famosa “Venere Italica” di Canova, incastonata in una apposita nicchia realizzata nella copertina anteriore del volume.


Un capolavoro di cultura, bellezza e artigianato

Per l’opera Canova, il segno della bellezza, grazie alla collaborazione delle maggiori istituzioni canoviane, ossia il Museo Canoviano di Possagno e l’Archivio e il Museo Civico di Bassano del Grappa, abbiamo potuto avere accesso a disegni, incisioni, bozzetti, taccuini segreti, incisioni e altre opere d’arte di Canova custodite in archivi non consultabili dal grande pubblico. A questi si affiancano le immagini delle più belle tempere e dei famosi monocromi per completare una raccolta ampia e completa della produzione artistica di Antonio Canova che ci dà l’emozione di scoprire aspetti inediti, a volte anche segreti e sempre sorprendenti, e che ci permette di comprendere appieno anche la genesi dei suoi più grandi capolavori in scultura.


Tutto questo è contenuto in un’opera realizzata grazie ad eccellenze artigianali e produttive di altissimo livello. Carte pregiate e stampe speciali applicate manualmente, unite alle competenze degli artigiani dell’Arte del Libro di Todi che legano e racchiudono il volume con una copertina di pelle tinta alla botte, sono l’esempio di come la grande tradizione rinascimentale italiana del libro, vero e proprio patrimonio culturale del nostro paese, si affianca all’utilizzo delle più avanzate tecniche di stampa utilizzate sia per il testo e le immagini, ma soprattutto per le fotografie di Mimmo Jodice, creando così un volume di pregio di altissima qualità sotto tutti gli aspetti.


Accompagnano l’opera Canova. Il segno della bellezza tre riproduzioni in dimensioni originali di tre splendide incisioni canoviane, realizzate con lastre di rame incise all’acquaforte e stampate a mano al torchio calcografico su carta di puro chiffon di cotone da una delle più importanti stamperie d’arte italiane: la Stamperia d’Arte di Luigi Berardinelli in Verona.

Fonte notizie da Comunicato Stampa Ufficio Stampa Donatella Gimigliano

 

 

Politica-Cultura

2001- 2018 vtservice.it - tutti i diritti riservati.

Società-Arte