Chi non
ricorda, ovviamente sempre in riferimento
alle differenti preferenze di genere cinematografico,
i film Il Volo
con Marcello Mastrioianni, diretto da Theo
Angelopoulos o M.D.C.
Maschera di Cera, diretto da
Sergio Stivaletti
con la supervisione di Dario
Argento, quelli del regista Dario
Argento come la Sindrome
di Stendhal,
il Fantasma
dell'Opera oppure Corto
Circuiti erotici
e Senso
45 del regista Tinto
Brass? Tutte queste pellicole
sono state prodotte da
Giuseppe Colombo della
C.I.C(Cinema International
Communications). Prima di diventare produttore,
può vantare un curriculum di tutto
rispetto per essere stato Dirigente della
Euro American International Film dal'80
all'82, Capo della Distribuzione e Direttore
Commerciale della Cannon Italia dall'82
all'85, Amministratore Unico della International
Cinema Company (ICC) dall'86 al 1991 e,
nel 2000, Presidente della Giuria del Fantafestival.
Si definisce un cineasta
indipendente e sostiene che la
morte del cinema italiano sia dipesa anche
dalla morte del cinema indipendente.
Sig. Colombo, per
la rinascita di un settore della creatività
così importante cosa chiede al Ministro
dei Beni Culturali, Giuliano Urbani?
Di dare maggior credito ai produttori, di
creare in tal senso un modello similare
a quello del cinema americano che è
più di produttori e meno di autori
e dove il regista è chiamato
director. Inoltre sarebbe
utile apportare innovazioni con l'introduzione
del taxhelter,
creare delle agevolazioni che riguardano,
ad esempio, l'applicazione del
complicion bon che è
una garanzia di buon fine per tutti e che
aiuterebbe in questo caso la garanzia finanziaria
del film. Sarebbe poi augurabile la creazione
di rapporti con le banche impostati sul
marchan bank.
non invece come sono oggi veri e propri
capestro
.
E ciò cosa
comporterebbe?
Un totale cambiamento per cui si creerebbero
delle vere Major
Company e dunque cesserebbe di
vericarsi, per grandissime società,
quel rapporto un po' particolare di tipo
relazionale dovuto a produttori vicini a
loro e dunque con la conseguenza che se
ne potrebbe instaurare uno più di
natura meritocratica.
Sarebbe una svolta
decisiva?
Oserei dire epocale!
Ha potuto già
notare segni premonitori di un simile ipotesi
di cambiamento?
Mi sembra proprio di sì, sentendo
alcune dichiarazioni del Ministro Giuliano
Urbani, che non conosco e che
vorrei incontrare. Fa ben sperare in tal
senso la proposta di legge sui finanziamenti
d'interesse nazionale culturale e spettacolare,
attualmente in fase di studio, la quale
consentirebbe, finalmente, l'erogazione
del danaro direttamente al produttore e
non più al film.
In merito a questo
punto può essere più preciso?
La vecchia legge ha generato un grande equivoco
che ha consentito agli autori di pensare
che il finanziamento andava direttamente
a loro, mentre in realtà anche in
passato la copertura finanziaria era garantita
dal produttore, ma gli autori hanno sempre
fatto una politica dicendo: "Sì,
questi soldi li porto io perché è
stato finanziato il film e non la produzione".
Invece l'innovazione della proposta di legge
consentirà che il danaro vada al
produttore in base all'esperienza che ha,
ai film che ha fatto, alle sue capacità.
Seguendo quindi
un criterio di meritocrazia ?
Dando più alla produzione e non al
film. Gli autori in tal modo non potranno
più vantare un potere contrattuale
nei confronti della produzione.
Quali progetti
ha in cantiere?
Per il momento sto puntando sulla Co- produzione,
ma ho realizzato anche un vasto programma
di lavoro e di fiction che ho proposto a
canali televisivi pubblici e privati e per
il quale sto attendendo delle risposte.
Per il cinema italiano
potrà esserci davvero una
svolta decisiva?
MARIA
ROSARIA SANGIUOLO