23/09/2002



 


Per il Cinema Italiano

sarà possibile la svolta decisiva?

 

Intervista al Produttore cinematografico

Giuseppe Colombo

C.I.C

CINEMA INTERNATIONAL COMMUNICATION


 

Chi non ricorda, ovviamente sempre in riferimento alle differenti preferenze di genere cinematografico, i film Il Volo con Marcello Mastrioianni, diretto da Theo Angelopoulos o M.D.C. Maschera di Cera, diretto da Sergio Stivaletti con la supervisione di Dario Argento, quelli del regista Dario Argento come la Sindrome di Stendhal, il Fantasma dell'Opera oppure Corto Circuiti erotici e Senso 45 del regista Tinto Brass? Tutte queste pellicole sono state prodotte da Giuseppe Colombo della C.I.C(Cinema International Communications). Prima di diventare produttore, può vantare un curriculum di tutto rispetto per essere stato Dirigente della Euro American International Film dal'80 all'82, Capo della Distribuzione e Direttore Commerciale della Cannon Italia dall'82 all'85, Amministratore Unico della International Cinema Company (ICC) dall'86 al 1991 e, nel 2000, Presidente della Giuria del Fantafestival. Si definisce un cineasta indipendente e sostiene che la morte del cinema italiano sia dipesa anche dalla morte del cinema indipendente.
Sig. Colombo, per la rinascita di un settore della creatività così importante cosa chiede al Ministro dei Beni Culturali, Giuliano Urbani?
Di dare maggior credito ai produttori, di creare in tal senso un modello similare a quello del cinema americano che è più di produttori e meno di autori e dove il regista è chiamato director. Inoltre sarebbe utile apportare innovazioni con l'introduzione del taxhelter, creare delle agevolazioni che riguardano, ad esempio, l'applicazione del complicion bon che è una garanzia di buon fine per tutti e che aiuterebbe in questo caso la garanzia finanziaria del film. Sarebbe poi augurabile la creazione di rapporti con le banche impostati sul marchan bank. non invece come sono oggi veri e propri capestro .
E ciò cosa comporterebbe?
Un totale cambiamento per cui si creerebbero delle vere Major Company e dunque cesserebbe di vericarsi, per grandissime società, quel rapporto un po' particolare di tipo relazionale dovuto a produttori vicini a loro e dunque con la conseguenza che se ne potrebbe instaurare uno più di natura meritocratica.
Sarebbe una svolta decisiva?
Oserei dire epocale!
Ha potuto già notare segni premonitori di un simile ipotesi di cambiamento?
Mi sembra proprio di sì, sentendo alcune dichiarazioni del Ministro Giuliano Urbani, che non conosco e che vorrei incontrare. Fa ben sperare in tal senso la proposta di legge sui finanziamenti d'interesse nazionale culturale e spettacolare, attualmente in fase di studio, la quale consentirebbe, finalmente, l'erogazione del danaro direttamente al produttore e non più al film.
In merito a questo punto può essere più preciso?
La vecchia legge ha generato un grande equivoco che ha consentito agli autori di pensare che il finanziamento andava direttamente a loro, mentre in realtà anche in passato la copertura finanziaria era garantita dal produttore, ma gli autori hanno sempre fatto una politica dicendo: "Sì, questi soldi li porto io perché è stato finanziato il film e non la produzione". Invece l'innovazione della proposta di legge consentirà che il danaro vada al produttore in base all'esperienza che ha, ai film che ha fatto, alle sue capacità.
Seguendo quindi un criterio di meritocrazia ?
Dando più alla produzione e non al film. Gli autori in tal modo non potranno più vantare un potere contrattuale nei confronti della produzione.
Quali progetti ha in cantiere?
Per il momento sto puntando sulla Co- produzione
, ma ho realizzato anche un vasto programma di lavoro e di fiction che ho proposto a canali televisivi pubblici e privati e per il quale sto attendendo delle risposte.

Per il cinema italiano potrà esserci davvero una svolta decisiva?

MARIA ROSARIA SANGIUOLO

 

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