18/02/2007



 

 

 

Roma Museo Andersen 26 gennaio 2007

SFILATE AltaRomaAltaModa 2007 Museo Andersen

ESAGERATI

abito di Luciano Litrico
VTSvideoWEB
abito di Osvaldo Testa

Alta Moda Maschile a Roma

Luciano Barbera Litrico Bruno Piattelli Mariano Rubinacci Osvaldo Testa

Esagerati! E’ l’omaggio di AltaRoma alla moda maschile. Ha aperto il 26 gennaio alle ore 19 al Museo Andersen, la prima grande mostra d’abiti dedicata all’uomo. Il suggestivo spazio, a pochi passi da Piazza del Popolo, luogo incontaminato e ricco di opere d’arte, si è trasformato in una cornice doc per cinque maestri di stile protagonisti dell’allestimento. Si tratta di Luciano Barbera, maison Litrico, Bruno Piattelli, Mariano Rubinacci, Osvaldo Testa, testimonial dell’alta sartorialità e dell’eccellenza del made in Italy. Lo stile neo rinascimentale del villino Helene, questo il nome dell’edificio che ospitò la casa e il laboratorio di Hendrik Christian Andersen, è stato il luogo ideale per un allestimento che ha voluto suggestionare e stupire. Una location dedicata al culto della bellezza maschile, della fisicità prorompente e della perfezione estetica, con opere e statue, alte fino a 5 metri, che sono un inno al corpo di atleti, eroi e danzatori. E potrete constatare tutto ciò visionando l'allegato VTSvideoWEB. Una luce blu, riflessa sul candore delle sculture giganti, illuminava le due sale, una musica soft ha creato l’atmosfera giusta, gli echi di voci del passato si rincorrevano negli ampi spazi museali, mentre una voce narrante recitava i versi dell’Odissea, dell’Iliade, dell’Eneide, ma anche poesie di Bacchilide e di autori contemporanei come Pasolini e Garcia Lorca. In questa atmosfera suggestiva e onirica sembrava quasi di vedere Achille, Paride, Apollo, Narciso, eroi del passato e icone della mitologia, aggirarsi tra le opere d’arte, tra gli abiti superbi e mescolarsi tra i visitatori della mostra.

Volete entrare nel vivo di questo eccezionale evento e vedere gli abiti degli stilisti ? Un click sul nostro allegato VTSvideoWEB che sarà visibile e scaricabile per il periodo della presente pubblicazione mensile

I 30 abiti, 6 per ogni stilista, sono stati posizionati tra le statue dei due saloni. Alcuni su manichino, altri indossati da modelli che si muovevano negli ampi spazi. Ogni vestito era illuminato da un fascio di luce bianca, che lo evidenziava e lo rendeva Osvaldo Tesataquasi tangibile. Tra questi abiti-opere d’arte spiccavano le lavorazioni lussuose e i tessuti pregiati di Litrico, maison capitanata da Luca e Fabio, nipoti di Angelo Litrico, fondatore del marchio. Per questa occasione sono state selezionate giacche dai dettagli raffinati come i doppi revers in raso smoking, creati con particolari di velluto, sete rasate e cristalli Swarovsky. Quattro le creazioni di Litrico che qanno affiancato due abiti della fine degli anni ’70, provenienti direttamente dal ricco archivio della maison. Si tratta di un dinner jacket in sete blu elettrico confezionato per il famoso cardiochirurgo Christian Barnard, e una mantella realizzata con antichi e pregiati tessuti giapponesi. Linee soft ed informali, tessuti di lino e seta per Osvaldo Testa. Il bianco e nero in chiave moderna, i suoi colori di punta. Tra i capi storici della maison come l’abito in cotone ecru dalle spalle molto strette, dalla vita segnata per esaltare il fascino del corpo maschile. Forte dei 130 anni di storia del suo marchio, Bruno Piattelli ha presentetato una piccola rassegna di modelli storici, che sono stati dei capisaldi nella storia del costume. “Abiti che esprimono quella sensibilità e quella cultura che discendono dall’esperienza – ha detto Piattelli – che puntano alla perfezione, senza mai raggiungerla”. A questo patrimonio della storia della moda, si aggiungono due modelli della nuova collezione che guardano al futuro tra avanguardia e tradizione”. Viaggio nell’eleganza maschile anche per Luciano Barbera, maestro di stile biellese, che ha firmato giacche di alta sartoria, veri e propri oggetti unici. Ogni capo ha previsto, infatti, quasi 23 ore di lavorazione, di cura e è stato seguito in tutte le fasi della realizzazione, da quando riposa nella ‘camera umida’ sotto il letto del torrente Strona fino al taglio a alla finitura. I 6 capi che ha presentato al Museo Andersen hanno caratteristiche comuni, silhouette pulite, linee anatomiche e moderne, tessuti ultrafini in reserved wool. Minuzia di dettagli e di particolari che vanno dal giro manica di fodera, al travettino portafiori sotto al revers fino alle asole ricamate, tutto realizzato rigorosamente a mano. Il segreto di questo tipo di realizzazione? Ago, ditale, forbici, lavorazione a velo e il know how del migliore made in Italy. Una procedura del tutto normale per un ideologo del ‘vestire bene’, la cui filosofia di il figlio diMariano Rubinacci ( a destra della foto)vita e di lavoro si riassume in questa sua frase: “Costruire un bel abito è come produrre un buon vino. Si parte dalla materia prima per sublimarla”. Di minuzie e cura maniacale per i particolari è fatta anche la storia di Mariano Rubinacci, stilista di origine napoletana, che sta collezionando abiti dal ‘700 fino ai nostri giorni, tra i quali spiccano abiti appartenuti a grandi famiglie aristocratiche. Il suo sogno? Aprire un museo della moda a Napoli. Nell’allestimento romano ha portato capi della sua collezione storica e abiti di nuova produzione. “Con questa mostra sembra chiudersi un cerchio per Alta Roma – ha detto il presidente Stefano Dominella – Non solo alta moda femminile, ma uno spaccato sul made in Italy maschile, una delle nostre eccellenze nel mondo. Esaltazione dell’artigianalità, dell’esclusività dei capi. Segno straordinario di distinzione e di appartenenza. Ad un popolo, ad un paese – ha aggiunto- conosciuto in tutto il mondo per la sua laboriosità e creatività”.

Foto videoweb VTSERVICE.IT

 

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