E' stata inaugurata il 21
Dicembre a Roma la
sala da 2700 posti, denominata sala Santa
Cecilia, del nuovo Auditorium della musica
di Roma al quartiere Flaminio. La sala segue dopo otto
mesi l'inaugurazione della sala Sinopoli (1200 posti)
e della sala piccola (700 posti). In occasione dell'evento
e' stato tenuto un concerto inaugurale alla presenza
del Presidente della
Repubblica,
Carlo Azeglio Ciampi, del Sindaco di Roma On. Walter
Veltroni, e di altre personalita' del mondo della politica
e della cultura. L'Orchestra ed il Coro dell'Accademia
di santa Cecilia, guidate dal direttore Myung_Whun Chung,
hanno eseguito sinfonie di Beethoven, pianista Maurizio
Pollini, di Stravinskij, di Fabio Vacchi, Albero Colla
e Fabio Nieder. La sala
2700 e' l'ultima e la piu' grande delle tre
sale che compongono il complesso multifunzionale realizzato
dall'architetto genovese Renzo
Piano; con essa la lunga vicenda costruttiva
dell'Auditorium di Roma, dopo un lungo e travagliato
iter di cantiere durato otto anni, puo' ritenersi conclusa
salvo alcune opere di sistemazione esterna ancora da
completarsi. La grande opera pubblica, gia' parzialmente
operativa, viene ufficialmente consegnata nella sua
interezza alla citta' di Roma che si arricchisce cosi'
di una struttura di sicuro livello mondiale per qualita'
costruttiva e per le tecnologie impiegate, frutto dell'impegno
progettuale dello studio di Renzo Piano. L'Auditorium,
che ha vari nomi, tra cui quello di Citta' della Musica
e di Parco della Musica - ideati per sottolineare il
rapporto con la citta'- e che l'amministrazione comunale
capitolina guidata da Francesco
Rutelli prima e Walter
Veltroni poi, ha fortemente voluto, viene
a colmare una mancanza che la citta' Roma lamentava
da decenni, quella di una sala per la musica sinfonica
di cui la capitale era sprovvista da 64 anni, cioe'
da quando le ristrutturazioni in epoca mussoliniana
dell'Augusteo di piazza Augusto Imperatore privarono
l'Accademia di Santa Cecilia della sala da concerto
ivi presente.
Il
nuovo complesso, per chi ancora non ne fosse a conoscenza,
cosa improbabile visto il grande interesse suscitato
presso i media e l'afflusso di visitatori che quotidianamente
vi si riversa, e' costituito dalle tre sale per concerti
"disegnate dalla musica
stessa in forma di liuto" - come ama
dire Renzo Piano - e relative pertinenze disposte intorno
ad una grande cavea all'aperto, che viene a costituire
uno spazio pubblico polifunzionale adatto a manifestazioni
di vario genere (la manifestazione Musica e Moda dello
scorso Luglio ne e' stato un esempio). L'importante
opera sorge su di un'area collocata tra il quartiere
Flaminio in direzione del Tevere, la collina dei Parioli,
quella di villa Glori, ed il villaggio olimpico costruito
per i giochi del 1960. Sono presenti inoltre nelle immediate
vicinanze due opere di notevole rilevanza urbanistica,
quali lo stadio Flaminio ed il Palazzetto dello Sport,
separate dalla rumorosa presenza del viadotto di Corso
Francia. Le caratteristiche della zona, quali l'esistenza
del verde di villa Glori, la bassa densita' abitativa
del villaggio olimpico, la vocazione ludico-sportiva
che l'area ha sempre avuto, unitamente alle indicazioni
derivanti dalle destinazioni urbanistiche prevista dal
piano regolatore, sono state ben interpretate e recepite
dal progetto di Renzo Piano, che ha previsto la realizzazione
di un parco di circa 30.000 metri quadrati - da cui
il nome di Parco della Musica - intorno al complesso
dell'Auditorium, con l'intenzione di costituire un tessuto-polmone
verde di riconnessione dei quartieri limitrofi, rinvigorito
dalla messa a dimora di circa 400 nuove piante di alto
fusto nelle aree rimaste libere dalle costruzioni e
destinate, sia prima che dopo l'opera, ai parcheggi
ed alla viabilita' di scorrimento.
Descrivendo
le caratteristiche specifiche delle tre sale principali
Piano ha spiegato
durante la conferenza con Berio che la sala piccola
e' quella piu' flessibile perche' in poche ore la sua
conformazione puo' essere cambiata togliendo ad esempio
tutte le poltrone, oppure cambiandone l'acustica intervenendo
sul grigliato tecnico del soffitto per spostare riflettori,
pannelli acustici e quant'altro serva per allestire
spettacoli di varia natura. Questi ultimi possono essere
nel caso di questa sala spettacoli di teatro, opere
liriche, concerti di musica da camera o barocca, opere
teatrali e di musica sinfonica. La sala
da 1200 posti, di forma rettangolare come
la precedente, puo' accogliere sia una grande orchestra
ed un coro, sia un concerto di musica contemporanea,
sia un musical od un balletto. Infine la sala piu' grande,
quella appena inaugurata, e' riservata ai concerti sinfonici
per grandi orchestre. La sua acustica e' stata studiata
per garantire un suono perfetto a tutti gli spettatori.
La scena centrale, ospitante l'orchestra e la cui configurazione
è modulabile, e' inserita tra i diversi settori
della platea e dei palchi per gli spettatori, disposti
secondo una disposizione detta "a vigneto",
perché richiama la conformazione dei terrazzamenti
delle coltivazioni a vitigni. Visitando la sala e vedendola
durante il suo "collaudo" abbiamo potuto notare
alcune caratteristiche che ne fanno a nostro avviso
- e non solo - una delle piu' belle e piu' accoglienti
sale da concerto del mondo, e cioé il calore
dei materiali, la ricchezza delle prospettive, l'accuratezza
dei particolari e degli apparati tecnici, il confort
delle sedute, disegnate anch'esse dallo studio Piano.
L'impatto visivo ed il colpo d'occhio dell'interno e'
veramente impressionante e suggestivo al tempo stesso,
e su tutto spicca la presenza di un controsoffitto il
legno di ciliegio americano formato da enormi elementi
bombati la cui bellezza è pari alla capacita'
acustica che essi hanno di propagare il suono senza
alterazioni in ogni punto della sala: ad essi si contrappone
in basso e nei "vigneti" disposti tutto intorno
il rosso delle poltrone. La cura del particolare di
questa sala ricorda quello degli interni degli yacht
di lusso, spesso rivestiti completamente in legno. Gli
accorgimenti tecnologici per avere nella sala solamente
il suono proveniente dall'orchestra ve li lasciamo solamente
immaginare. Basti pensare che la velocita' dell'aria
condizionata proveniente da diffusori posti al di sotto
delle poltrone non e' stata resa percepibile per non
creare disturbi acustici.
Ma veniamo alla conferenza tenuta
alle 11,30 di Domenica 22 Dicembre nella sala 2700,
sul tema"architettura
e musica", da Renzo
Piano e Luciano
Berio.
"La
musica come l'architettura possiede una necessita' d'ordine
perche' c'è in fondo una struttura molto spesso
matematica o geometrica" sostiene Piano, che aggiunge:
"Il mestiere d'architetto e' un mestiere d'arte
perche' racconta delle storie ed ha un valore semantico.
E' pero' un mestiere fortemente ancorato alla scienza".
Piano racconta che la sala 2700, dove ci troviamo durante
la conferenza e' uno strumento musicale in se' perche'
la sua forma e costituzione e' dettata dalla musica
stessa. "Sono sempre partito dal piccolo, da un
dettaglio. L'Auditorium di Roma nasce dall'immagine
di un pianista che suona da solo, in uno spazio vuoto.
Questa è per me la musica, la leggerezza. Ho
pensato quale paesaggio questo pianista avrebbe sognato
di avere intorno mentre suonava. E un po' alla volta
l'ho popolato." E passa a citarne le caratteristiche:
2756 posti a sedere, piu' grande della filarmonica di
Berlino, 18 metri di altezza, pari ad un edificio di
sei piani; 70 metri di lunghezza. Benché la sala
appaia assai piu' piccola di quello che sia in realta',
i suoi numeri ci parlano del grande sforzo progettuale
e costruttivo che e' stato fatto. "Questo edificio
deve molto alla filarmonica di Berlino di Hans Scharoun"
(un grande architetto tedesco n.d.r.), precisa Piano,
sostenendo che nel processo creativo e' necessario partire
dalle esperienze di opere precedenti dello stesso tipo
che abbiano mostrato di poter funzionare meglio. Poi,
parlando piu' in generale delle tre sale, sostiene che
le grandi scocche visibili all'esterno - le tre grandi
balene o scarabei come sono state definite dalla stampa
- sono in realta' tre grandi liuti, cioe' sono esse
stesse degli strumenti musicali il cui disegno è
stato dettato dallo studio della musica. La loro volumetria
esterna che tanto colpisce, e' concepita acusticamente
e fatta apposta per riflettere i rumori di corso Francia.
"Ma l'Auditorium - sostiene Piano - non è
solo un grande liuto, è anche una grande fabbrica
della musica. Contiene sale di prova, sale di registrazione,
aule per l'insegnamento, archivi, uffici, biblioteche
e musei. Ci sono tutte quelle cose che contribuiscono
a dare una dimensione di ricerca e di produzione a questa
Citta' della Musica. E infine, abbandonando la metafora,
questo è anche un grande luogo pubblico di incontro."
Luciano
Berio e' intervenuto conversando con Piano
sul tema della conferenza e precisando le scelte effettuate
dal punto di vista strumentale e musicale. A nome dell'Accademia
di Santa Cecilia ha spiegato che "le sale dell'Auditorium
saranno abitate da musiche e da pubblici diversamente
motivati, che potranno sviluppare un dialogo, reale
o virtuale, tra i loro ideali e le loro storie diverse:
da Palestrina alla musica del nostro tempo, da Beethoven
al Jazz. Ma quello di Renzo Piano - aggiunge - e' anche
uno spazio della mente, uno spazio che vorremmo secolarizzare,
ma che in effetti sembra contenere un nucleo intangibile
e, forse, sacro… " il Parco della Musica, nella
sua complessa totalita', "sara' impegnato in un
vasto panorama di esperienze musicali non solo esecutive…
che avranno sempre e comunque lo scopo di stimolare
all'ascolto e all'approfondimento della conoscenza musicale
in tutti i suoi aspetti."
Sicuramente non potra' essere
che cosi' cosi', a giudicare dal successo che l'Auditorium
sta avendo non solo presso i romani, ma anche, come
abbiamo potuto notare, presso i turisti stranieri. Puo'
darsi che quest'opera si appresti a diventare il primo
grande monumento di Roma del terzo millennio, con la
differenza che è vivo ed è appena nato.
FERRUCCIO
PEDRI