Per
S.A.R il Principe Vittorio
Emanuele di Savoia e la sua famiglia il 2003
si è dimostrato davvero un anno magico, denso
di emozioni e di aspettative finalmente esaudite. Dopo
il loro rientro in Italia, un altro desiderio è
diventato realtà: il 25
Settembre, a Roma, il principe Emanuele
Filiberto di Savoia
ha coronato il suo sogno d'amore sposando l'attrice
francese
Clotilde Courau nella Basilica
di S. Maria degli Angeli, laddove il 24 ottobre del
1896 si unirono in matrimonio i suoi bisnonni. Lo storico
evento, che ha catalizzato l'attenzione dei mass-media
nazionali ed internazionali, è stato analizzato
nei minimi particolari con commenti stampa generalmente
elogiativi, in alcuni casi però anche ironicamente
ipercritici. Indubbiamente la libertà di stampa
e di opinione è sacra, ma lo è altrettanto
quella che garantisce a qualunque cittadino, nobile
o borghese che sia, di celebrare il il giorno più
importante della propria vita dove e come più
desidera. Sin dalle 14,30 Roma era blindata e Piazza
della Repubblica, sebbene la cerimonia fosse prevista
per le ore 17, appariva gremita di folla composta di
giornalisti in attesa di entrare in chiesa, di cineoperatori,
di fotografi saliti su appositi
pedane per la migliore realizzazione dei loro servizi,
e di tantissime persone giunte anche da varie parti
d'Italia per vivere in diretta un pomeriggio straordinario.
Circa 1360 gli invitati. Pochi i reali, ma numerosi
gli esponenti delle più nobili casate, i personaggi
del cinema, della cultura e della moda. Primi a varcare
la soglia della chiesa, seguendo il lungo percorso in
moquette rossa, Jonny Hallyday,
Pier Cardin,
Michel Blanc, l'attore francese Jeanne
Roschefort, Valentino
che ha realizzato l'abito nuziale di Clotilde,
Gay Mattiolo che
ha firmato l'abito di Marina
Doria, poi è stata la volta di principi
e principesse: Elena
e Sergedi
Jugoslavia, cugini
e testimoni di Emanuele Filiberto di Savoia, S.A.R il
principe Alberto di Monaco
in tight grigio chiaro, Carlo
e Camilladi
Borbone, Fabrizio
Massimo, accompagnatore dello sposo,
Maria Pia di Savoia,
raffinata nel suo abito a giacca bleu, in compagnia
di sua figlia Asia,
Alessandro Ruspoli,
Maria Pia Ruspoli
e Lillio,
Carlo Giovannelli, il principe Boncompagni
Ludovisi, rappresentante dell'Ordine di Malta,
la sorella del re del Marzocco, Lalla
Hasna, in abito tradizionale, Giovanni
Cgaet, Alba Parietti,
Maurizio Raggio.
Erano presenti anche nobili napoletani, tra cui Leonardo
Bianco e
consorte, il principe Ottaiano.
Pochi i politici. Assenti giustificati,
Pierferdinando Casini, Presidente della
Camera, impegnato quel giorno nell'inaugurazione di
una casa di accoglienza a Rieti, ma presto sarà
ospite degli sposi per una colazione privata, ed il
Presidente del Consiglio Silvio
Berlusconi che dall'America ha inviato i
suoi auguri agli sposi. In sua rappresentanza c'era
Gianni Letta. La
Basilica, risplendente di luce dorata, era magnificamente
addobbata con i paramenti sacri realizzati con l'abito
di nozze che la regina Elena donò alla Basilica.
Rose bianche ovunque fino all'altare. Alle 16,40, uno
scroscio di applausi ha accolto, sia all'esterno che
all'interno della Basilica, l'arrivo del principe Vittorio
Emanuele e di Marina
Doria. Subito dopo è giunto lo sposo,
visibilmente emozionato e più che mai raggiante
di felicità quando ha visto che l'amata Clotilde,
al braccio del padre, avanzava verso di lui, bella e
radiosa
di felicità nel meraviglioso abito bianco in
stile impero con uno strascico di circa quattro metri
e nell'acconciatura dei suoi neri capelli su cui era
poggiato un velo di pizzo trattenuto da un diadema di
diamanti. Ad attenderli sull'altare c'era il Cardinale
Pio Laghi, patrono dell'Ordine di Malta e
Nunzio Apostolico in Argentina. Al momento del sì
Emanuele Filiberto non è riuscito
a trattenere le lacrime quando Clotilde
ha pronunciato la formula nuziale in italiano. Una cerimonia
indubbiamente toccante, bellissima, romantica e indimenticabile.
Terminato il rito, gli sposi, accompagnati da lunghi
applausi di folla che li attendeva all'uscita, hanno
raggiunto il vicino Hotel EXEDRA,
fermandosi prima nella Hall e poi raggiungendo la
grande terrazza dove c'è stato un cocktail cui
hanno partecipato circa 500 invitati. I festeggiamenti
in loro onore sono proseguiti con una cena a Palazzo
Ruspoli,
limitata a solo 200 invitati. A notte inoltrata,
infine, quale sarà stata la prima romantica tappa
della loro luna di miele? Sicuramente l'Albergo
Aleph, scelto da Emanuele Filiberto per il
giorno delle sue nozze e dove ha soggiornato nei giorni
precedenti insieme a tutti i suoi amici più cari,
i parenti più stretti, come in una grande casa
privata, in un ambiente moderno, giovane, assolutamente
unico. Quello che dalla fine degli anni Venti era stata
la sede dell'Istituto di Credito
delle Casse di Risparmio oggi è un piccolo, raffinato,
unico albergo cinque stelle lusso, a pochi passi da
Piazza Barberini (Via San Basilio 15) nel cuore di Roma.
Completamente rinnovato quest'anno dal Gruppo Boscolo,
ha aperto i battenti pochi mesi dopo l' inaugurazione
del vicino Hotel Exedra di Piazza della Repubblica.
Un design assolutamente innovativo e all'avanguardia
divide questo albergo in tre sezioni ben individuabili:
Inferno, Purgatorio e Paradiso. Rosso fuoco per il piano
terra, bianco angelico per il sotterraneo, vecchio caveau
della Banca oggi trasformato in una Spa dai confort
più raffinati, tra bagni turchi, saune e piscine
idromassaggio. Emanuele Filiberto
che ama moltissimo l'arte, la fotografia, il design
e la creatività lo ha scelto per il suo essere
assolutamente unico, e per offrire ai suoi ospiti più
cari un soggiorno indimenticabile. All'ultimo piano,
una terrazza con bar e ristorante è stata aperta
giorno e notte all'insegna del divertimento e del relax
per assicurare ai suoi ospiti più cari un soggiorno
indimenticabile.
MARIA ROSARIA SANGIUOLO
SERVIZIO
FOTOGRAFICO di VTSERVICE.IT
HOTEL
ALEPH
Il soggiorno di Emanuele Filiberto di Savoia in
attesa del SI'